La filosofia del buddismo zen

(S) Byung-Chul Han – Edizioni Nottetempo – Pagine 160

Nonostante lo zen abbia un atteggiamento di fondo -ostile alla teoria e al procedere discorsivo,…una “filosofia del buddismo zen” non deve necessariamente impelagarsi nel paradosso di un racconto epico intrecciato qua e là da haiku; si può riflettere filosoficamente anche su qualcosa che non è in senso stretto filosofia. Con il linguaggio si può ruotare intorno al silenzio senza che per questo il linguaggio lo sommerga.
Con questa premessa Byung-Chul Han. docente di Filosofia e Studi Culturali alla Universitat der Kusnste di Berlino, introduce il lettore ad uno studio – concepito in senso comparatistico. Le filosofie di Platone, Leibniz, Fichte, Hegel, Shopenhauer, Nietzsche, Heidegger e altri, vengono messe a confronto con le visioni filosofiche del buddismo zen. La “comparatistica” viene qui impiegata come metodo in grado di dischiudere orizzonti di senso-.
Senza cadere nella trappola di cercare somiglianze e punti di contatto ma, al contrario, analizzando le differenze che rendono assolutamente originali le intuizioni fondamentali dello zen rispetto alle grandi voci del pensiero euro occidentale, Chul Han riesce ad aprire -nuovi orizzonti di senso- del tutto assenti dalle nostre usuali abitudini di pensiero.
Un linguaggio, quello dell’autore, capace di trasmettere -quella viva verità- anche a chi è a digiuno di filosofia occidentale facendo il punto sull’intuizione del vuoto e la negazione radicale di ogni idea di sostanza.
Proprio attraverso l’analisi di una -religione senza Dio-, come viene definito lo zen, e -la negazione radicale che esso opera di ogni idea di sostanza e soggetto-, si svela -un’insospettabile fluidità- che spinge l’uomo a -un contegno di gentilezza amichevole nei confronti di ogni vivente-.
Il tema della “Gentilezza amichevole”, che chiude le riflessioni sui significati a cui Chul Han applica la “comparatistica”, è preceduto da quello sulla morte che, a sorpresa, unisce gentilezza a marzialità, ma in un ”orizzonte di senso” proprio solo al Buddismo zen.
L’originalità e la serietà di questo saggio sta proprio nel rivelare quanta distanza c’è tra le intuizioni dello zen e quelle proprie della nostra cultura, riguardo a concetti fondamentali come religione, sostanza, vuoto, nessuno, dimorare in sé, morte e gentilezza.