Aiki-Do

Premessa

Chi ha avuto la fortuna di vedere alla televisione italiana il Prof. Morihei Ueshiba, più che ottantenne, difendersi dallo assalto contemporaneo di vari uomini nel pieno vigore delle forze, sarà rimasto sorpreso di vederli proiettare lontano senza sforzo, con una precisione, una agilità ed una armonia di movimenti che avrebbero stupito anche in un giovane.

Questo è l’Aikido nella perfetta esecuzione del suo ideatore, la prova della potenza che l’uomo può raggiungere quando lo spirito e il corpo, la mente ed i muscoli, agiscono in pieno accordo ed armonia con le leggi della natura.

L’Aikido non si pratica per divertimento, benché l’esercizio di palestra sia fonte di serenità; né soltanto per un benessere fisico, pur diventando il corpo agile e forte: è soprattutto una disciplina rigorosa, una via per comprendere le leggi della natura ed integrarsi coscientemente al creato. L’Aikido è un mezzo di coordinazione fisica e mentale che esclude qualunque forma di aggressione o di competizione: non è dunque uno sport ma è un’arte marziale, anzi l’essenza di tutte le Arti Marziali.

L’allievo è tenuto a seguire con la massima attenzione e diligenza gli Insegnamenti del Maestro, a non fare cattivo uso della potenza che l’Aikido gli permette di manifestare, a non dare dimostrazioni di Aikido senza esplicita autorizzazione. Si può ricorrere all’Aikido solo in caso di grave pericolo personale o quando si veda qualcuno in pericolo e non possa essere aiutato altrimenti.

Cenni storici . Diffusione dell’Aikido

ll creatore dell’Aikido è lo O Sensei Morihei Ueshiba, nato a Tanabe (Prefettura di Wakayama) nel 1883. Sin da giovane, Ueshiba, praticò intensamente le arti marziali, iniziando con il Kito-ryu, Jujutsu, Yagyu-ryu, Aioi-ryu, Hozin-ryu e II Daito.ryu; studiò anche la ginnastica moderna, il Judo, II Kendo e le arti della baionetta. Nella sua adolescenza egli misurava soltanto metri 1,55 e pesava circa 50 chili: il suo corpo dapprima debole con gli estenuanti esercizi a cui si sottopose diventò una quercia. Errò di luogo In luogo cercando dei buoni maestri e da essi cercò di apprendere. con la massima diligenza, tutti i segreti delle Arti marziali. Durante la guerra russa-giapponese (1904. 1905) andò volontario al fronte. Al suo ritorno in patria si stabilì per un breve periodo ad Hokkaido dove lavorò come capo gruppo degli immigrati. Ma ben presto lasciò questo lavoro perché il motivo, della sua vita era quello di praticare le arti marziali. Girò per lutto il Giappone e dove trovava qualcuno superiore a lui nel BUDO si fermava presso di questi diventava suo allievo e non ripartiva fino a quando non avesse appreso tutto. Diventò l’uomo più esperto in arti marziali di tutto II Giappone. Infatti era invincibile. Ma non fu soddisfatto dl ciò In quanto capi che l’invincibilità era dovuta alla sua giovinezza e che quando egli sarebbe divenuto vecchio senz’altro qualcuno, con la forza della propria giovinezza, l’avrebbe battuto.

Da questi primi dubbi ne scaturirono altri fino a pensare se veramente esisteva la vittoria assoluta.

Il Prof. Ueshiba. quando inizia qualche cosa. ci mette tutta la propria anima per trovare la soluzione. Infatti lasciò tempo­raneamente le arti marziali e mise tutta la sua energia a dissipare i suoi dubbi.

Bussò alle porte dei templi famosi e studiò la filosofia. Si ritirò in solitudine e si mise a meditare. Risoluto a risolvere i propri problemi, continuò la sua vita ascetica. solo su una montagna, fino a quando non capi che le arti marziali non hanno nulla a che vedere con la forza bruta che abbatte gli avversari né ‘con le armi di morte che portano il mondo alla distruzione. Le vere arti marziali, senza lotta. equilibrano lo spirito dell’universo, sorvegliano la pace del mondo, producono e portano a maturità tutte le cose nella Natura. Capì che era impossibile seguitare con le arti marziali che esistevano in quel momento e che ci doveva essere una nuova arte marziale che fosse capace di manifestare la volontà della Natura. Quindi le arti marziali praticate dal Prof. Ueshiba cambiarono da un giorno all’altro, si evolsero fino alla creazione dell’Aikido dei nostri giorni.

Così il Prof. Ueshiba esprime il proprio pensiero sullo Aikido:

“La Natura è larga e profonda. Più avanzate, più vedete avanti a voi. L’Aikido è una strada larga senza fine, in armonia con la Natura, lo sono al primo gradino dell’Aikido e lo pratico ancora. Continuerò a farlo per tutto il resto della mia vita e lascerò l’Aikido come una eredità per le generazioni a venire”.

Egli iniziò l’insegnamento dell’Aikido in Giappone nel 1925 ad alti dignitari della Corte Imperiale, agli allievi della Scuola Navale e più tardi, nel 1930, agli ufficiali della Polizia militare sotto il nome di AIKI.BU-DO. L’insegnamento dell’Aikido fu mantenuto segreto fino alla Fine dell’ultima guerra, ma al termine di questa fu fatto conoscere a tutti, e in Giappone ed all’estero.

L’associazione internazionale dell’Aikido, chiamata AIKIKAI, è diretta da Kisshomaru Ueshiba, figlio del Prof. Morihei Ueshiba, ed ha la sua sede centrale a Tokyo. L’AIKIKAI è l’unica associazione di Aikido riconosciuta dal Ministero della Pubblica Istruzione giapponese.

Dal 1953 al 1956 l’Aikido fu insegnato alle Hawaii dal M° Tohei, 10′ Dan, che poi tenne vari corsi anche negli Stati Uniti. Esperti di Aikido in Francia sono stati, quali rappresentanti ufficiali, i Maestri Mutsuro Nakazono. 6° Dan, Nobuyoshi Tamura, 7° Dan e Masamichi Noro, 7° Dan. In Germania insegna il M° Katsuaki Asai, 5° Dan.

In Inghilterra insegna il M° Kazuo Chiba. 5° Dan. In Svezia il M’ Toshikazu Ichimura 4° Dan e il M° Takeji Tomita, 4° Dan. In Spagna Yasunari Kitzura 3° Dan. In Italia, dopo alcuni sporadici corsi secondo il metodo ufficiale del Prof. Ueshiba — tra I guaii il più importante fu tenuto a Sanremo nel 1959 dal M° Tadashi Abe — l’Aikido si è concretamente organizzato con lo arrivo In Italia del M° Hiroshi Tada, 8° Dan, allievo del Prof. Ueshiba, inviato ufficiale per l’Europa dell’AIKIKAI dal 1964. Egli insegna normalmente allo Aikikai Dojo di Roma (via Ele­niana 2, presso cui ha sede la Segreteria Centrale dello Aikikaj d’Italia). E’ il solo autorizzato a concedere passaggi di grado ai praticanti di Aikido. Esperti giapponesi, allievi del M° Tada, Inse­gnano in altre città: a Napoli e Salerno il M° Ikeda, 5° Dan a To­rino e in tutta l’Italia settentrionale insegna il M° Toshio Nemoto, 4° Dan: a Milano il M° Kawamukal, 4° Dan e Fujimoto, 3° Dan. Il M” Tada compie frequenti viaggi in queste città ed all’estero per manifestazioni di particolare importanza. esami ecc. Dopo l’arrivo del M’ Teda l’Aikido va rapidamente diffondendosi e molti sono anche praticanti di Judo che integrano efficace­mente con l’Aikido la loro conoscenza delle Arti Marziali.

Pioniere dell’Aikido in Italia si può considerare il Prof. Mergè (immaturamente scomparso qualche anno addietro) che apprese l’Aikido presso l’Hombu (la palestra centrale di Tokio) nel periodo dell’ultima guerra. sotto la guida del Prot. Ueshiba. Egli e stato l’unico occidentale ammesso all’Hombu nel periodo in cui l’Aikido, come gia detto, era mantenuto segreto anche per gli stessi giapponesi.

Tommaso Betti_Berutto “ da cintura bianca a cintura nera” Ed. CENTRO JUDOISTA SAKURA – ROMA 1972