Yamamoto Tsunetomo

Hagakure. All’ombra delle foglie

Ed. Mediterranee

Pagine: 128

Tanti frammenti (1343 brani) di un mondo in cui il senso della vita si realizza nel servizio e nella morte per il proprio signore. Si tratta di un’opera considerata un monumento della letteratura nipponica dell’epoca feudale. Essendo stato un bushi, l’autore entra sovente nelle tematiche proprie delle arti marziali.

 

Dall’atteggiamento mentale proprio dello zen: “La cosa più importante è vivere ogni attimo del presente con la massima consapevolezza…La disattenzione è la peggiore negligenza” agli insegnamenti degli antichi maestri: “Un anziano maestro di spada disse: l’apprendimento ha diversi livelli. All’inizio si studia senza ottenere nulla e ci si sente inesperti. Al livello intermedio si è ancora inesperti ma nello stesso tempo si è consapevoli delle proprie carenze e si riesce a vedere anche quelle degli altri. A livello superiore si diventa orgogliosi della propria abilità, ci si rallegra nel ricevere lodi e si criticano le carenze dei compagni. Chi arriva a questo livello quindi si comporta come se non sapesse nulla. Sono questi i livelli comunemente conosciuti. Ma ce n’è uno che li trascende, è il più eccellente di tutti. Chi comprende profondamente la Via sa che non finisce mai di percorrerla. Egli è ben consapevole delle proprie lagune e per tutta la vita non penserà mai di aver raggiunto la perfezione. Proprio per aver abbandonato l’orgoglio ed essersi comportato con modestia arriverà a conoscere la Via. Una volta il maestro Yagyu osservò: Io non conosco il modo di sconfiggere gli altri, ma conosco la Via per sconfiggere se stessi”.

Questo testo è stato guardato con forte sospetto, proibito e dato al rogo dalle forze d’occupazione americane alla fine della seconda guerra mondiale in quanto si riteneva avesse ispirato la nascita del fenomeno “kamikaze”, mentre più di recente si è pensato che i suoi contenuti avessero contribuito al suicidio spettacolare dello scrittore Mishima e a quello di un suo seguace e di altri ancora (1968-1972).

In effetti Mishima aveva scritto molto sul “libro maledetto” ed è fuori dubbio che frasi come, “Per un samurai dev’essere motivo d’orgoglio avere il coraggio di andare incontro alla morte come un pazzo…. Ho compreso che la via del Samurai è nella morte” sembrano lasciare poco spazio ad altre interpretazioni.

Tuttavia i precetti conservatori e nazionalistici presenti nell’Hagakure e attuati nei comportamenti dai militari giapponesi, che alla fine della seconda guerra mondiale per non arrendersi rimasero nascosti per periodi di tempo incredibilmente lunghi, ricomparendo in successione fino agli anni 80, suscitarono l’ammirazione e l’orgoglio popolare .

Nel 1988 la nascita dell’Associazione degli studi per l’Hagakure ha sancito definitivamente l’importanza di questo libro per la cultura e la storia del Giappone.